Convento di Vallaspra o San Pasquale
Il convento di Vallaspra, meglio conosciuto come convento di San Pasquale, è un complesso chiesa-monastero di antica origine, immerso nel verde e nel silenzio della natura, in un luogo idoneo a favorire la riflessione, la preghiera ed il distacco dalle passioni del mondo.
Il primo nucleo del convento fu fondato dal beato Fra Tommaso da Firenze nel 1408 e portato a termine intorno al 1431. Nel luogo esisteva un’antica “cona” raffigurante la Madonna Addolorata con il Cristo morto in grembo, San Giovanni e San Francesco a sinistra, la Maddalena e Sant’Antonio da Padova a destra ( ora ripristinata, almeno nei soggetti raffigurati, essendo andata perduta l’immagine antica), dinanzi alla quale Fra Tommaso dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti si fermò a pregare e, conquistato dalla natura selvaggia del luogo, vi volle fondare il convento, dedicando la chiesa a Santa Maria degli Angeli
Il convento si ingrandì e si dotò anche di un lanificio nel XVI e XVII sec. a cui erano addetti 8 religiosi. Esso venne chiuso nel 1675. Vi venivano tessuti panni adatti a confezionare il saio francescano e vi venivano smerciate lana e merci con pellegrini, pastori e viandanti che transitavano lungo il braccio tratturale che da Atessa si spingeva fino a Fara San Martino. Il convento subì vari ingrandimenti e varie ristrutturazioni, come quello del XVIII sec. , come si può desumare dalla data 1731 impressa sul portone di ingresso.Un documento del 1702 ci rivela che , in quell’anno, nel convento, c’erano 16 religiosi, impegnati nel noviziato, mentre altri frati coltivavano studi di logica, filosofia e teologia.
Nel 1709, anno di grande siccità, il convento fu baciato dal miracolo : il padre guardiano A. De Ritis versò nel pozzo un pò di olio della lampada di San Pasquale e pregò con fede. Il pozzo si riempì d’acqua e dissetò i monaci e la popolazione di Atessa..
Nel 1860 , con la legge dell’incameramento dei beni ecclesiastici, i monaci furono mandati via e l’edificio fu adibito a rimessa e magazzino a servizio del corpo forestale. Nel 1936 i Missionari Oblati di Maria Immacolata fondati da Sant’Eugenio de Mazenod, restaurarono il convento e lo innalzarono a nuova vita. Poco più di 40 anni fa, gli Oblati affiancarono al convento la Grotta della Madonna di Lourdes, meta di devoti e pellegrini e, successivamente,allestirono, lungo il viale che porta alla croce, le stazioni della Via Crucis, cancellate dagli ultimi interventi. Con l’abbandono da parte degli Oblati, il convento, gestito per alcuni anni da una comunità presbiteriale, accoglie attualmente i Padri Identes.
La chiesa di Santa Maria deli Angeli, ad una navata, si è arricchita nei primi del Settecento di una cappella dedicata a San Pasquale Baylon, venerato dai Colonna, feudatari di Atessa, seguendo un culto squisitamente spagnolo. Da qui la doppia intitolazione, almeno per gli abitanti della zona.
La chiesa è stata restaurata, il soffitto indorato, le suppellettili rinnovate. Essa custodisce anche statue, tele e beni della chiesa di San Pietro e reliquari della distrutta chiesa di Santa Liberata. Inoltre è ricca di statue e di arredi sacri.
Un riposante portico affianca la chiesa ed un piccolo chiostro a due ordini, con al centro il pozzo del miracolo, conferisce un’atmosfera di raccoglimento, misticismo e spritualità a tutto il convento. La struttura odierna, finalizzata all’accoglienza di gruppi, laici e religiosi, conserva beni ed arredi, come una statua di San Francesco in terracotta del 1500 ed una tavola rappresentante la Madonna con il Bambino, che faceva parte di una tavola più grande commissionata dai frati nel 1541 ad artisti veneziani , durante le fiere di Lanciano, di cui esiste ancora il contratto negli archivi notarili di Lanciano.